Guizzo's Anna's family – I figli so' tranci 'e pizza

Vi chiederete come può una donna vivere chiusa in casa per anni, sola, senza muover dito, intendo dire senza lavorare. Non vive d’aria, no…. Nemmeno d’amore come le poetiche eroine delle opere liriche che tanto ama ascoltare.

La gelida manina di Anna, invece, si scalda con i cartoni della pizza di Guizzo’s. Si scalda, si sostenta, ma c’è di più.

pizza Tra le mani che consegnano e le mani che ricevono scorre un vero e proprio legame di sangue, anche se questo vincolo viene da tutti accuratamente celato. Il sostegno culinario, ma soprattutto quelllo economico di Anna vengono consegnati a domicilio direttamente dal fratello di lei, Guizzo Junior.

Già, perché Anthony ha smesso da tempo, ormai, di fare visita ad una figlia di cui si vergogna, una donna che senz’altro desidererebbe quanto lui annullare questo legame di sangue, tant’è che si è anche cambiata il nome: quel Rowling che sta appeso al campanello era un’onta per un uomo come lui. Un duro, uno di quelli che sa alzare la voce e sbattere le porte, uno che non ha mai accettato una sconfitta.

Per Junior e Anna, Anthony ha due pesi e due misure completamente differenti, non sappiamo se per colpa di desueti strascichi di antiche tradizioni, quelle "cose di famiglia" per cui il primogenito (anche se di pochi minuti, i due sono gemelli), soprattutto quando maschio, acquisisce per questi soli due casuali attributi il diritto a godere del 99 per cento di ogni bene del padre, che sia denaro, potere o affetto.

Quel che sappiamo è che Anna, pur non essendo mai stata la donna sconfitta come la conosciamo oggi, ha sempre sofferto moltissimo per questa condizione retrograda in cui si è trovata relegata, in un mondo in cui si lotta per fare ottenere alle donne il diritto al voto e alla parità lavorativa, lei gioca da sconfitta perché ha accettato il secondo posto, si è accontentata dell’amore filiale che avanzava.

Per anni si è occupata della gestione economica dei conti "puliti" dell’azienda, fino a quel giorno in cui Tony, alla vigilia di un viaggo d’affari in Bolivia, aveva deciso di render noto ai figli le sue ultime volontà in caso di disgrazia.

Allora, alla presenza di un notaio, fu chiarito una volta per tutte il ruolo dei figli, Anna non fu considerata in grado di occuparsi di affari "più grossi di lei", per i quali tra l’altro non servivano grandi doti di onestà quanto invece grandi dosi di faccia tosta e amore per il rischio, magari da giocarsi sulla pelle altrui.

Quel giorno, anche se non era certo la prima o l’ultima volta che si sarebbe sentita umiliata e deprezzata, Anna si ritrovò improvvisamente troppo stanca per lottare, e così finì per lasciar cadere su di sé il silenzio, implicitamente accettando le condizioni paterne, troppo svuotata, spezzata dentro, per trovare la forza di mettere insieme in un sol mucchio tutti gli uomini che l’avevano ferita e lasciarseli alle spalle con uno sberleffo.

Lei voleva soltanto essere amata, e non c’era spazio in quel mondo per una figlia che non accetta di entrare nel business e comportarsi come vorrebbe papà.

Anthony, dal canto suo, gestiva la situazione con la goffaggine del padre incapace di esprimere la sua umanità. Voleva bene, a modo suo, a questa figlia i cui occhi ricordavano così tanto la madre morta troppo presto. Soffriva anche, sempre a modo suo, nel vederla comportarsi in quella maniera. Però l’eredità di una "famiglia" mica si può lasciare in mano ad una donna! O meglio… per metterla con una metafora cinematografica, come spesso gli piaceva fare, se sua figlia Anna fosse stata una come Katleen Turner in L’onore dei Prizzi, beh, per una donna come lei avrebbe anche potuto suddividere l’impero in due parti, non uguali, che diamine, una donna è una donna, anche se con le palle.

Ancora, ad Anthony sarebbe piaciuto trasmettere alla figlia almeno un po’ del suo carattere, sarebbe stato più semplice accettare di vederle compiere anche scelte diverse dalle sue (come capitava al boss James Caan in Mickey Blue eyes), mostrandosi contraria al suo stile di vita ma sempre e comunque ben determinata, guai a mostrare segni di debolezza.

In questo caso il cinema non era di nessun aiuto. Bisognava continuare a limitarsi a ridere, sotto i baffi, della macchietta che i registi facevano di boss come lui.

07.09.2006

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Un commento su “Guizzo's Anna's family – I figli so' tranci 'e pizza

  1. Ecco, il racconto è bellissimo, ma il titolo merita senza dubbio l’Oscar del titolo per tutto il 2006 e anche per gli anni a venire.

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